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Curiosità

AAA. Vacche Sacre cercansi


Per gli indù la mucca, in quanto simbolo vivente della dea Madre Terra, è sacra. Vi sorprenderà sapere che i bovini indiani sono in realtà degli zebù e hanno una gobba proprio sul coppino. Ebbene, circa venti anni fa, per far fronte all’accresciuto fabbisogno di latte, vennero importate in india le più produttive mucche europee. Col tempo si sono incrociate con gli zebù locali, facendo nascere delle “zebucche” magroline e senza gobba. Con conseguenze disastrose per centinaia di migliaia di agricoltori che usano i bovini per arare i campi. I loro aratri, infatti, che vengono costruiti in modo da essere agganciati alla gobba dell’animale, sono diventati inservibili. E comprarne uno nuovo è troppo oneroso: pensate che, per far fronte al problema, il ministero dell’agricoltura ha varato un piano d’emergenza che concede agli agricoltori prestiti a tasso zero.



Record Indiani


L’india compare innumerevoli volte sul Guinness dei primati. Non c’è di che stupirsene, visto che il paese ha superato il miliardo di abitanti. Tuttavia c’è da dire che gli indiani hanno una sorta di ossessione per il “Sacro Testo dei Guinness” e molti di loro farebbero qualunque cosa per avervi stampato il proprio nome. Come il Signor Surendra Apharya di Jaipur (Rajasthan) che scrisse 1.314 caratteri su un singolo grano di riso nel febbraio del 1991. O Masurya Din del distretto di Partabgrah (Uttar Pradesh), che si è fatto crescere i baffi fino a 259 Cm. Tuttavia nel Guinness ci sono record anche più seri. Le ferrovie indiane sono l’azienda con più impiegati al mondo (1.646.704) e la State Bank of India è l’istituto di credito con più filiali (12.462), lo stato Himalayano del Sikkim vanta il più basso tasso di omicidi al mondo (soltanto un caso dal 1900 ad oggi) mentre il serial killer più efferato della storia fu Behram un seguace della Dea Kalì, che strangolò con una sciarpa di seta 931 persone tra il 1790 e il 1840: roba da far morire di invidia Jack lo Squartatore. La regione del Ladakh vanta due record di altitudine: quello del ponte più alto, costruito dall’esercito indiano a 5.602 metri, nei pressi del villaggio di Khardungla, e quello della più alta stazione di benzina, che si trova nella città di Leh a 3.658 metri. Abita invece nella Old – Delhi Gul Mohammad, l’uomo più piccolo del mondo, nato nel 1957, è alto appena 57,15 centimetri e pesa 17 chili.



L’artista dei Rifiuti


Quando si pensa a Chandigarh, viene subito in mete Le Corbusier, l’architetto che progettò questa città razionale e rivoluzionaria rispetto alle sue “sorelle” indiane. Ma la capitale dello stato Haryana ha anche un’altra, curiosissima particolarità: la sua maggiore attrazione turistica è il Rock Garden, un parco che si estende per 10 ettari ed è popolato da circa 5.000 personaggi bizzarri, divinità e animali fantastici, tutti realizzati con i rifiuti. Resti di motore, vecchi sanitari, stoviglie rotte, materiale elettrico e persino pezzi di quei braccialetti di vetro che ogni donna indiana porta ai polsi. Il suo artefice è l’ingegnere Nek Chand, aveva cominciato a costruirlo nel 1958, nel fitto di un bosco, tenendo segreta la sua attività a tutti, persino alla moglie (e, dato che lavorava nottetempo, la signora deve aver pensato a ben più peccaminose attività del marito) Nel 1972, quando l’area venne disboscata per costruirvi delle abitazioni, i suoi “monumenti al riciclo” balzarono agli onori delle cronache cittadine e si costruì un comitato contro la loro distruzione. Tanto che le autorità decretarono non solo di preservarli ma diedero anche a Nek Chand un salario e dei dipendenti che lo aiutassero a proseguire la sua opera. E oggi l’ingegnere è un artista noto e apprezzto a livello internazionale.



Tutti al Cinema


L’industria cinematografica indiana è la più prolifica al mondo, lo sanno tutti. Ma non tutti sanno che i film made in Bolliwood contengono almeno una decina di canzoni e che le musicassette e i cd con le colonne sonore vengono messe in commercio molto prima che il film esca nelle sale. Addirittura prima che si sia girato. Dalle vendite della colonna sonora, infatti, dipende il budjet: migliori saranno gli incassi, più si potrà spendere per ingaggiare superstar e programmare effetti speciali. A parte i film d’autore (le pellicole dei registi Mira Nair o di Satrayit Raj, per esempio), che comunque non sono destinati al grande pubblico, la sceneggiatura non è mai importante: gli “ingredienti” necessari sono una storia semplice – in cui dopo varie vicissittudini e un bel po’ d’azione, il bene trionfa sul male – le danze e l’amore, meglio se contrastato. E il sesso? E’ ancora tabù. Risale a 2 anni fa il primo bacio indiano su grande schermo, mentre gli “amplessi” vengono rappresentati con fuochi d’artificio. Animazione stile fantasia di Walt Disney o, meno prosaicamente, con cespugli che sussultano in ameni boschetti. Tuttavia Stardust, il settimanale di cinema e gossip più venduto del paese, ha spesso e volentieri servizi centrali di almeno 12 pagine in cui viene analizzato (dalle donne) ogni centimetro del corpo di Hirthik Roshan, il bellissimo protagonista di Mission Kashmir, film culto del momento. Detto questo, durante un viaggio in india ognuno dovrebbe provare ”l’esperienza sociologica” di andare a vedere un film, magari alla Raj Mandir di Jaipur, la sala cinematografica più bella dell’india.



Gli Dei “On line”


Secondo un recente sondaggio promosso dal Times of India, il primo quotidiano nazionale, il 93% dei giovani indiani è religioso e praticante. Ma come conciliare lo stile di vita delle nuove generazioni, soprattutto di quelli che vivono e lavorano nelle metropoli, con le puja, ovvero i rituali – e dispendiosi in termini di tempo – necessari per fare di un indù un devoto indù? Semplice: con Internet. Attraverso il portale induista www.saranam.com per esempio,si possono visitare almeno 2.000 cyber – templi e fare ordini per le puja. Mentre dal sito del tempio di Siddhivinayak, www.siddhivinayak.org dedicato a Ganesh, si possono scaricare screensaver per il computer con immagini religiose in movimento, si possono acquistare idoli e testi religiosi. E c’è persino il Janmaskar service che suggerisce nomi per i nuovi nati. Durante il festival in onore del Dio elefante, questo sito è stato visitato da 60.000 persone al giorno. E non è finita qui. La società Indiagames, www.indiagames.com che progetta e commercializza videogiochi, sta facendo furore con Migraya: The Hunt, gioco con una “trama” tratta da un episodio del Ramayana, con il dio Krishna nella parte del supereroe.